In questo blog riporto la mia attività di scrittrice dal mio esordio con l'idea di una trilogia fantasy e le mie opere passate, presenti e future
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sabato 9 dicembre 2017
lunedì 22 febbraio 2016
IL BUIO E LA LUCE di Angela Parise
Oggi vi presento il nuovo romanzo dell'autrice Angela Parise, in pubblicazione sulla piattaforma di Amazon Kindle dal 7 marzo 2016 e prenotabile da ora.
Titolo: IL BUIO E LA LUCE
Genere: Saga famigliare
Trama:
La saga famigliare della famiglia De Vito: oltre
settant’anni di storia, tre generazioni di donne nella Calabria tra due guerre
fino ai nostri giorni raccontata attraverso gli occhi di Maria Grazia la quale
assiste alle narrazioni dei suoi famigliari “ascoltando” dal suo letto di
ospedale nel quale si trova in stato di coma. Odi, maldicenze, segreti ma anche
amore e tradizioni ormai quasi scomparse e dimenticate fanno da sfondo alle
giornate della nostra protagonista fino a…..
Buona lettura!
venerdì 29 gennaio 2016
Il professionista su Facebook
Vi va di seguire il mio nuovo romanzo anche su Facebook? :)
Ecco il link della pagina dedicata: https://www.facebook.com/Romanzo-Il-professionista
Stay tuned!
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lunedì 12 ottobre 2015
Flavia Cantini scrittrice. Il nuovo romanzo drammatico.
Eccomi a raccontarvi qualcos'altro sul mio nuovo romanzo drammatico "Il professionista".
Un romanzo ambientato al giorno d'oggi, in un'Italia colpita dalla crisi e dalla disoccupazione in cui vengono travolti, soprattutto, gli "over" e i giovani.
E giovane è il nostro protagonista, Saverio. 24 anni, una laurea in Architettura, spiccato talento nella pittura, determinazione e volontà.
Ma anche una situazione disagiata e di estrema povertà.
Il principale scopo della sua solitaria vita in povertà? Trovare un lavoro per mantenersi e riuscire a mangiare almeno tutti i giorni.
E, dopo mesi e mesi di porte in faccia e zero risposte, ecco che viene chiamato a sostenere un colloquio di lavoro.
Sembra tutto perfetto, ma...
"Quanto sei disposto a cambiare per avere un lavoro?"
Eccovi alcuni nuovi stralci :)
"...
Erano da poco
passate le due di un altro gelido pomeriggio invernale.
Saverio sedeva,
fintamente tranquillo, alla scrivania e cercava di occupare il tempo
scarabocchiando qualche pagina di vecchi quaderni; una passione, la sua, per il
disegno molto profonda.
Dopo i primi
giorni di puro terrore, ormai, segretamente cominciava a pensare che il
colloquio e tutto il resto fossero una farsa e che i due “datori di lavoro”
avessero dimenticato il suo nome.
Ma, proprio
allora, un trillo risuonò per tutta la stanza e la matita zigzagò per il foglio
prima di cadere a terra.
Gelo. Buio.
Sudori freddi.
Tachicardia.
Tremori. Respiro corto.
“Non può essere”
si disse mentalmente Saverio mentre cercava, con mano tremante, di afferrare il
bicchiere e bere un sorso d’acqua per placare l’improvvisa arsura della gola.
Un trillo ... Era forse stato reale?
Le stanze buie e
fredde gli mettevano addosso una strana inquietudine, gli sembrava di essere
osservato da qualcuno nascosto nell’oscurità e pronto a colpirlo.
Girovagò esausto
fino a che le prime luci dell’alba non rischiararono il paese; allora, confortato
dall’inizio di un nuovo giorno, Saverio si sedette sulla vecchia poltrona in
cucina.
Ma non trovava
pace ed era quasi mezzogiorno quando si costrinse a cambiarsi d’abito.
Davanti allo
specchio quasi non riusciva a guardarsi in faccia, non si riconosceva, era di
un pallore spettrale, le gote scavate, gli occhi spenti.
“Ecco a cosa mi
sta portando questo lavoro e la colpa che ne consegue: alla distruzione” ammise
amaramente.
..."
Alla prossima!
mercoledì 7 ottobre 2015
Il professionista, romanzo di Flavia Cantini. Nuovi stralci per incuriosirvi
Lettori, che ne dite di continuare a incuriosirvi riguardo al mio nuovo romanzo drammatico in attesa della sua edizione?
E' una buona idea? Sì?
Benissimo! Oggi, prendendo spunto da questa immagine da me realizzata ad hoc, daremo un altro sguardo al primo capitolo di questa storia drammatica, cruda, intensa ma anche forte e solidale.
"...
“Prego, si
accomodi. Questo è l’ufficio del Capo. Parleremo in tutta tranquillità” disse
ancora l’uomo, indicando una porta a vetri sulla destra che si affrettò ad
aprire.
Saverio entrò
sforzandosi di mantenere un atteggiamento calmo e sicuro e, subito, un uomo
sulla cinquantina si alzò e gli diede un caloroso benvenuto con una vigorosa
stretta di mano.
“La stavamo
aspettando. E’ sempre un piacere incontrare giovani volenterosi con cui poter
sperare di avviare una proficua collaborazione. Ma si sieda pure” continuò,
indicando una poltroncina (uguale a quelle dell’ingresso) al ragazzo che stava
impacciato al centro della stanza.
“Ah, benissimo.
Abbiamo ricevuto la sua mail. Ci racconti un po’ di lei”
Il ragazzo
sorrise e cercò di superare la timidezza focalizzandosi sui punti chiave del
suo curriculum e delle sue esperienze.
“Ho venticinque
anni, mi sono laureato in Architettura, ho seguito corsi di design anche al di
fuori dell’ambiente accademico, ritengo di avere una buona capacità di
relazionarmi con gli altri…”
I due sembravano
ascoltare distrattamente e lo interruppero a metà discorso.
“Bene, bene” il
Capo si accese una sigaretta e fissò Saverio negli occhi per domandargli: “Ora,
come sa, noi non ci occupiamo di Design ma di altro. Come si pone di fronte all’eventualità di svolgere un lavoro
diverso da ciò per cui ha studiato?”
Saverio rispose
prontamente: “All’inizio io mi accontento, il periodo è davvero difficile e non
vi nascondo che un lavoro mi farebbe più che comodo”
“Qualsiasi lavoro?” insistette il signor Daniele.
“Massimo
riserbo. Silenzio. Serietà. Non una parola, che sia una, con altri. Anonimato e
dissimulazione. Te la senti? Posso dirti quale sarà la tua mansione e di cosa
ci occupiamo?” chiese poi, con voce tagliente.
D’improvviso, al
ragazzo sembrava tutto irreale, come un sogno da cui non si riesce a destarsi.
Non sapeva come comportarsi, cosa dire e temeva di essere finito in una
situazione oltremodo spiacevole.
..."
Suspence... Alla prossima!
giovedì 1 ottobre 2015
Il nuovo romanzo drammatico di Flavia Cantini
Ecco un'altra immagine da me realizzata per fornire al futuro lettore alcune suggestioni riguardo alla trama del mio nuovo romanzo drammatico intitolato "Il professionista".
Un romanzo che io stessa ho definito
"un drammatico ambientato
nell'attuale crisi economica e in una società dove la disoccupazione, soprattutto
giovanile e per gli "over", è terribile.
Un romanzo crudo ma che sa, allo
stesso tempo, conservare buoni sentimenti e il valore profondo di un'amicizia.
Un romanzo scritto interamente di
notte. Un romanzo che colpisce, un romanzo toccante.
Un romanzo ingiusto.
Ingiusto come la crisi. Un romanzo forte. Forte come l'amicizia vera"
E, per continuare a preparare il terreno al romanzo e solleticare la curiosità dei potenziali lettori, riporto ora alcuni stralci (tratti dal secondo capitolo) che possiamo riferire all'immagine sopra postata :)
"...
"E cosa devo
fare? Io non posso, davvero, non posso … Ma scherziamo? Come potrei mai anche
solo immaginare di … Oh, non riesco neppure a dirlo, altro che metterlo in
pratica …"
Saverio cercava
un dialogo con se stesso ma, per quanto si sforzasse di trovare una soluzione,
era sempre al punto di partenza: accettare o no?
Per etica e
istinto, la risposta che gli sovveniva era categoricamente No.
Per fame e
disperazione, la risposta era che un lavoro, qualsiasi lavoro, poteva andare bene per sopravvivere.
"Loro mi
conoscono ormai … Hanno i miei dati, io so cosa fanno … Mi permetterebbero davvero
di dire che non accetto?" anche
questo era un aspetto da considerare, forse i due signori non avrebbero mai
accettato una risposta negativa ma, per finzione, si erano persino permessi di
concedere tempo per decidere.
Un’incognita.
Saverio tremava
al pensiero di doversi recare l’indomani, a mezzogiorno, in quell’ufficio e,
lì, pronunciare una parola che, qualunque essa fosse, gli avrebbe cambiato la
vita irrimediabilmente e per sempre.
Che tristezza …
Senza un lavoro, i risparmi sarebbero finiti presto: Saverio, ormai, non osava
neanche più aprire la vecchia scatola di cartone in cui aveva riposto il denaro
che gli rimaneva, tanta era l’amarezza di vedere soltanto le poche banconote
superstiti.
Un atroce
dilemma si agitava convulsamente nel cuore e nella mente del ragazzo: accettare
e mangiare o rifiutare e chissà?
E poi il terrore
di sentirsi già parte di quella (come chiamarla?) società …
Sì, perché
dubitava di poter esprimere un parere negativo.
L’avevano già
assoldato e il suo essere d’accordo o meno non aveva nessuna importanza; era al
corrente dell’attività di quei due e
conosceva i loro volti … Se avesse rifiutato magari lo avrebbero lasciato
andare tranquillo, salvo poi presentarsi alla sua porta il giorno dopo per
freddarlo senza pietà.
..."
Alla prossima!
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