Lettori, che ne dite di continuare a incuriosirvi riguardo al mio nuovo romanzo drammatico in attesa della sua edizione?
E' una buona idea? Sì?
Benissimo! Oggi, prendendo spunto da questa immagine da me realizzata ad hoc, daremo un altro sguardo al primo capitolo di questa storia drammatica, cruda, intensa ma anche forte e solidale.
"...
“Prego, si
accomodi. Questo è l’ufficio del Capo. Parleremo in tutta tranquillità” disse
ancora l’uomo, indicando una porta a vetri sulla destra che si affrettò ad
aprire.
Saverio entrò
sforzandosi di mantenere un atteggiamento calmo e sicuro e, subito, un uomo
sulla cinquantina si alzò e gli diede un caloroso benvenuto con una vigorosa
stretta di mano.
“La stavamo
aspettando. E’ sempre un piacere incontrare giovani volenterosi con cui poter
sperare di avviare una proficua collaborazione. Ma si sieda pure” continuò,
indicando una poltroncina (uguale a quelle dell’ingresso) al ragazzo che stava
impacciato al centro della stanza.
“Ah, benissimo.
Abbiamo ricevuto la sua mail. Ci racconti un po’ di lei”
Il ragazzo
sorrise e cercò di superare la timidezza focalizzandosi sui punti chiave del
suo curriculum e delle sue esperienze.
“Ho venticinque
anni, mi sono laureato in Architettura, ho seguito corsi di design anche al di
fuori dell’ambiente accademico, ritengo di avere una buona capacità di
relazionarmi con gli altri…”
I due sembravano
ascoltare distrattamente e lo interruppero a metà discorso.
“Bene, bene” il
Capo si accese una sigaretta e fissò Saverio negli occhi per domandargli: “Ora,
come sa, noi non ci occupiamo di Design ma di altro. Come si pone di fronte all’eventualità di svolgere un lavoro
diverso da ciò per cui ha studiato?”
Saverio rispose
prontamente: “All’inizio io mi accontento, il periodo è davvero difficile e non
vi nascondo che un lavoro mi farebbe più che comodo”
“Qualsiasi lavoro?” insistette il signor Daniele.
“Massimo
riserbo. Silenzio. Serietà. Non una parola, che sia una, con altri. Anonimato e
dissimulazione. Te la senti? Posso dirti quale sarà la tua mansione e di cosa
ci occupiamo?” chiese poi, con voce tagliente.
D’improvviso, al
ragazzo sembrava tutto irreale, come un sogno da cui non si riesce a destarsi.
Non sapeva come comportarsi, cosa dire e temeva di essere finito in una
situazione oltremodo spiacevole.
..."
Suspence... Alla prossima!
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