Segnalando l'uscita del mio nuovo romanzo "Storia di un Collegio" anche in versione ebook su stores quali Inmondadori.it, Ultimabooks.it, Bookrepublic.it, riporto la pagina iniziale della storia:
"Il cielo è terso, ormai è primavera e il clima si fa, giorno dopo giorno, più tiepido e piacevole; siedo nel giardino di fronte a casa tra sentieri di fiori e alberi secolari, con in testa mille pensieri e, mentre lo sguardo si perde a rincorrere le nuvole di forme sempre diverse, sorseggio una tazza di tè verde e ancora non riesco a crederci: sono libero, sono sopravvissuto, sono a casa, finalmente.
Sono passati
parecchi anni ma la mia mente è ancora ferma a quel tempo, a quel periodo in
cui vissi un’esperienza che avrebbe potuto annientarmi per sempre.
Da allora, non
ho mai amato tanto la casa, le piccole cose, il semplice fatto di poter
disporre della propria esistenza e della libertà perché io, queste cose, stavo per perderle davvero
tempo fa, quando, studente universitario, mi ritrovai in una spirale micidiale
la cui morsa si faceva sempre più stretta, attimo dopo attimo.
Io soltanto
posso raccontarlo, adesso; troppi hanno pagato per una follia, troppi stanno
pagando e pagheranno ancora.
I ricordi sono
lontani, sbiaditi ma ancora capaci di scuotere il mio animo durante le notti
insonni in cui rivedo quei momenti, quei volti, quei luoghi e sento il peso
della responsabilità (che forse c’è oppure no).
Immagini di quel
periodo tornano a tormentarmi nelle occasioni più improbabili e, allora,
capisco che mai niente finisce del tutto, capisco che una parte del mio
cervello non è mai tornata indietro con me ma si è fermata in quel luogo ed è
pronta a ricordarmelo, caso mai le nuove esperienze della vita mi avessero
permesso di dimenticare.
Mi rendo conto
che sarò sempre quel ragazzo, rivivrò sempre in quel luogo, sentirò sempre
quelle voci, per quanto il mio io si ribelli e rivendichi l’oblio in cui
dovrebbero cadere le esperienze negative dopo il riscatto.
E’ vero, ho
detto esperienze negative non ciò che
ho vissuto che, invece, è impossibile da dimenticare.
Respiro la
profumata brezza primaverile, sento il tepore del sole sul viso, osservo il
placido e variopinto volo delle farfalle e, sì sono pronto, posso raccontare,
posso finalmente far uscire dal silenzio quello che ho vissuto: ero soltanto
uno studente in cerca di alloggio, ora sono un sopravvissuto che non può dire
il suo nome.
E qui inizia la
mia Storia di un collegio."
Stay tuned!
© Flavia Cantini
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