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lunedì 21 ottobre 2013

Il romanzo incompiuto


Penso che quasi ogni scrittore abbia, da qualche parte, il suo romanzo incompiuto.

Io, il mio romanzo incompiuto, Incubo, lo scrissi nel 2006, a diciotto anni.
Non avevo intenzione di lasciarlo incompiuto ma così è stato, sono arrivata poi ad un certo punto della trama e ho scoperto che doveva terminare lì, che c'era qualcosa, appunto, d'incompiuto, e che quella storia avrebbe avuto il suo finale, sì ha un finale, ma la parte centrale sarebbe rimasta per metà non terminata.


Un romanzo su un tema difficile, la follia, la pazzia, un romanzo che mi è sgorgato da dentro di getto, così, nell'estate 2006 e che portavo avanti in pomeriggi solitari in un casolare di campagna perché mi trovavo a mio agio a scrivere là, sola con la natura e il silenzio.


Un romanzo in cui io era il tramite del protagonista, io ero la penna attraverso cui, quel protagonista che sentiva salire la follia dentro sé, si raccontava al mondo che non riusciva a comprenderlo.
Un romanzo scritto quasi sotto dettatura, a tinte forti, un romanzo folle, appunto.


La mia prima prova di scrittura, una palestra, il momento in cui, per la prima volta, la mia vena creativa è sfociata nella narrativa e ho capito che, da lì in poi, avrei scritto narrativa.


© Flavia Cantini

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